Dice il proverbio: non svegliare il can che dorme.
Perché si sa, a svegliare un cane che dormiva bello tranquillo e beato, c'è il rischio di prendersi un bel morso.
Ma cosa fare, se questo cane sta per essere attaccato da un altro cane?
Svegliarlo, e rischiare di essere morsi?
O lasciare che l'altro cane arrivi su di lui all'improvviso, con il rischio che poi, dopo aver finito con l'assonata vittima, se la prenda anche con noi?
È sicuramente una di quelle situazioni in cui ci siamo trovati tutti.
O almeno, tutti quelli che come me hanno vissuto da barboni in mezzo a una strada.
E lasciate che ve lo dica, non c'è niente di più saggio da fare che prendere a calci un cane che dorme.
Il trucco è che, quando quello si sveglia tutto incazzato, voi dovete esser lesti a evitare le sue zanne, e dirgli invece: guarda là, un altro cane ti sta attaccando.
Più facile a dirsi che a farsi, certo, ma rimane comunque la vostra opzione migliore.
Perché diciamocelo, anche se l'altro cane vi promettesse che non vuole mordere voi, ma solo il cane che sta dormendo, chi si fiderebbe mai di un cane che attacca un altro cane quando questo è addormentato?
E la cosa veramente importante, poi, non è nemmeno il cane, sveglio o dormiente che sia, ma la comunicazione, il tempismo.
Occhi aperti, e orecchie ben tese, solo questo vi permetterà di scorgere in anticipo quando stia per avvenire l'attacco, e di prevenirne le infauste conseguenze.
E se poi, ad esempio, voi foste cacciatori del soprannaturale in missione in una tranquilla cittadina della Louisiana, e aveste fatto un patto con una creatura soprannaturale in un altro piano dell'esistenza, per catturarne un'altra il cui potere è sopito; mettiamo che ora voi vogliate fare il doppio gioco, sfruttare la prima creatura per risvegliare il potere della seconda; per poi con l'aiuto della creatura risvegliata liberarvi della prima e dell'assurdo patto, allora quello che vi converrebbe fare è... darvi una svegliata e crescere un po', perché chi è che ai giorni nostri crede ancora alle creature soprannaturali, suvvia!
P.S. - Mi raccomando cari lettori, non perdetevi il prossimo numero della Gazzetta di Shreveport, ci sarà un'intervista esclusiva al famoso scrittore Jason Clerk, che ci anticiperà dettagli inediti sul suo prossimo libro!
domenica 20 marzo 2016
giovedì 25 febbraio 2016
Everyday hero
Questo mondo avrebbe bisogno di più eroi.
Ma non quei bellimbusti in calzamaglia che vi fanno vedere al cinema, no.
Eroi comuni. Gente come me e come voi, persone che vivono una vita insospettabile, eppure pronte al momento del bisogno a compiere atti di estremo coraggio, nobili gesta che richiedono grandi sacrifici, e a volte anche il sacrificio, estremo, della stessa propria vita.
E se mai vi fu cittadina in Louisiana e in tutta l'America che vide nascere questi eroi, ecco, quella è Bontemps.
Il signor Pierre Dupont, mai troppo compianto, era uno di questi eroi.
Noi tutti lo conoscevamo come l'affabile gestore della nostra amata locanda. Una persona di grande classe, eppure sempre cortese e disponibile, riservato come ci si aspetta da un uomo di un certo livello, ma sempre pronto ad ascoltare tutti, e a regalare una parola buona, ad aiutare chiunque, per quanto possibile. E nonostante la profondissima stima che noi tutti già nutrivamo nei suoi confronti, egli è riuscito a fare di più. A stupirci, a dimostrarci che questa stima, per quanto grande, non era abbastanza per misurare il grande uomo, Pierre Dupont, l'Eroe di Bontemps.
Egli, con supremo sprezzo del pericolo, si è battuto contro colui (o coloro, più probabilmente) che hanno attaccato il suo albergo, allo scopo di devastare l'amata locanda, e chissà, forse l'intera città.
Ma questi balordi, questa gente di poco conto, impallidivano di fronte all'impavido coraggio del nostro eroe, e fuggivano a nascondersi nel buco di vermi da cui erano usciti.
Ma non prima, ahimè, di infliggere al buon albergatore una ferita, purtroppo, mortale.
Sono sempre i migliori che se ne vanno. E mai tale frase fu vera come in questo caso.
Pierre Dupont, fronteggiando la minaccia dell'invasione, non salvava solo la sua locanda, tutti i suoi clienti e dipendenti, e le persone nelle immediate vicinanze dell'edificio.
Badate bene, perché respingendo la minaccia, egli ha impedito che questa si allargasse, sfuggisse ad ogni controllo. Ne ha prevenuto le conseguenze, che avrebbero potuto essere catastrofiche.
Chi può dire quanti morti avrebbe piano la cittadinanza di Bontemps, se un grande uomo non avesse sacrificato la sua vita per difendere la sua Patria, la sua Famiglia, e i suoi Valori?
Sicuramente Pierre riceverà tutti gli onori che merita. Ma più che le medaglie, più che le onorificenze, più che le targhe e le statue in suo nome, egli, da onesto, giusto, saggio, vero cittadino di Bontemps, avrebbe gradito la nostra gratitudine.
E noi, non tradiremo il nostro eroe, e la sua memoria vivrà, per sempre, nei nostri cuori!
Ma non quei bellimbusti in calzamaglia che vi fanno vedere al cinema, no.
Eroi comuni. Gente come me e come voi, persone che vivono una vita insospettabile, eppure pronte al momento del bisogno a compiere atti di estremo coraggio, nobili gesta che richiedono grandi sacrifici, e a volte anche il sacrificio, estremo, della stessa propria vita.
E se mai vi fu cittadina in Louisiana e in tutta l'America che vide nascere questi eroi, ecco, quella è Bontemps.
Il signor Pierre Dupont, mai troppo compianto, era uno di questi eroi.
Noi tutti lo conoscevamo come l'affabile gestore della nostra amata locanda. Una persona di grande classe, eppure sempre cortese e disponibile, riservato come ci si aspetta da un uomo di un certo livello, ma sempre pronto ad ascoltare tutti, e a regalare una parola buona, ad aiutare chiunque, per quanto possibile. E nonostante la profondissima stima che noi tutti già nutrivamo nei suoi confronti, egli è riuscito a fare di più. A stupirci, a dimostrarci che questa stima, per quanto grande, non era abbastanza per misurare il grande uomo, Pierre Dupont, l'Eroe di Bontemps.
Egli, con supremo sprezzo del pericolo, si è battuto contro colui (o coloro, più probabilmente) che hanno attaccato il suo albergo, allo scopo di devastare l'amata locanda, e chissà, forse l'intera città.
Ma questi balordi, questa gente di poco conto, impallidivano di fronte all'impavido coraggio del nostro eroe, e fuggivano a nascondersi nel buco di vermi da cui erano usciti.
Ma non prima, ahimè, di infliggere al buon albergatore una ferita, purtroppo, mortale.
Sono sempre i migliori che se ne vanno. E mai tale frase fu vera come in questo caso.
Pierre Dupont, fronteggiando la minaccia dell'invasione, non salvava solo la sua locanda, tutti i suoi clienti e dipendenti, e le persone nelle immediate vicinanze dell'edificio.
Badate bene, perché respingendo la minaccia, egli ha impedito che questa si allargasse, sfuggisse ad ogni controllo. Ne ha prevenuto le conseguenze, che avrebbero potuto essere catastrofiche.
Chi può dire quanti morti avrebbe piano la cittadinanza di Bontemps, se un grande uomo non avesse sacrificato la sua vita per difendere la sua Patria, la sua Famiglia, e i suoi Valori?
Sicuramente Pierre riceverà tutti gli onori che merita. Ma più che le medaglie, più che le onorificenze, più che le targhe e le statue in suo nome, egli, da onesto, giusto, saggio, vero cittadino di Bontemps, avrebbe gradito la nostra gratitudine.
E noi, non tradiremo il nostro eroe, e la sua memoria vivrà, per sempre, nei nostri cuori!
POSCRITTO
Un sentito ringraziamento è più che doveroso anche allo sceriffo di Bontemps e alle forze dell'ordine cittadine tutte, che con professionalità ed indomito coraggio, in difesa della cittadinanza e della libertà, inseguivano i colpevoli dell'orrendo misfatto fino al loro covo.
I banditi, non si capisce se per sconsiderato errore o per un insano gesto, ormai braccati e in trappola, davano fuoco al loro rifugio, e colpiti da divina e provvida giustizia, rimanevano essi stessi vittima dell'incendio, che ha distrutto il luogo da cui originava il male e ha colpito coloro che hanno privato Bontemps di una grande anima.
I corpi di costoro sono spariti arsi dalle fiamme, ma non le loro anime si salveranno, per sempre consumate dal fuoco infernale, unico purificatore di gesti di tale empietà.
Dio benedica Bontemps e l'America!
mercoledì 17 febbraio 2016
Il Labirinto
Non poteva andare diversamente.
Prima o poi, ci saremmo cacciati nei guai.
Dopotutto, quando uno se le va a cercare...
E quale posto migliore se non un labirinto sotterraneo in mezzo al niente, scavato nella nuda terra da mani (?) sconosciute... O forse, conosciute fin troppo bene.
E al centro, la grata.
Se fosse fatta per tenere dentro quello che stava dentro, o fuori quello che stava fuori, l'abbiamo purtroppo scoperto nel peggiore dei modi.
Forse è stata la musica, forse ci hanno guidato gli spiriti, forse il caso o il destino.
A qualcuno, evidentemente, piace.
Piace la frutta esotica, grosse ciliege viola dallo strano succo, che vengono da un paese lontano e le cui proprietà curative sono quasi leggendarie
Piacciono i giacigli su cui consumare fugaci (o feroci?) gesti di godimento.
Siamo spiacenti ma i posti letto sono terminati.
Dovrete aspettare che se ne vada Maurice, o Lucy, o Jason.
Accadrà presto, non temete.
La strada, la porta, la siepe, gli spiriti... tutte queste cose, tutta quest'attesa.
È quasi finita.
E ora, silenzio! Arriva la bestia.
Accarezzatela pure, se volete.
Ma ricordate di lasciarle qualche ciliegia da mangiare e di farle ascoltare un po' di musica.
Sennò si innervosisce.
Prima o poi, ci saremmo cacciati nei guai.
Dopotutto, quando uno se le va a cercare...
E quale posto migliore se non un labirinto sotterraneo in mezzo al niente, scavato nella nuda terra da mani (?) sconosciute... O forse, conosciute fin troppo bene.
E al centro, la grata.
Se fosse fatta per tenere dentro quello che stava dentro, o fuori quello che stava fuori, l'abbiamo purtroppo scoperto nel peggiore dei modi.
Forse è stata la musica, forse ci hanno guidato gli spiriti, forse il caso o il destino.
A qualcuno, evidentemente, piace.
Piace la frutta esotica, grosse ciliege viola dallo strano succo, che vengono da un paese lontano e le cui proprietà curative sono quasi leggendarie
Piacciono i giacigli su cui consumare fugaci (o feroci?) gesti di godimento.
Siamo spiacenti ma i posti letto sono terminati.
Dovrete aspettare che se ne vada Maurice, o Lucy, o Jason.
Accadrà presto, non temete.
La strada, la porta, la siepe, gli spiriti... tutte queste cose, tutta quest'attesa.
È quasi finita.
E ora, silenzio! Arriva la bestia.
Accarezzatela pure, se volete.
Ma ricordate di lasciarle qualche ciliegia da mangiare e di farle ascoltare un po' di musica.
Sennò si innervosisce.
martedì 9 febbraio 2016
Qualcuno pensi ai bambini
I bambini, è da loro che è iniziato tutto. Jason, ora famoso scrittore, da piccolo fu rapito.
A ritrovarlo due coetanei, il piccolo Philip e la piccola Stephanie.
E ad ascoltare le loro storie (e a fargliele dimenticare, forse) la dottoressa Anna.
E qualcuno, ai bambini, ci pensa.
Ci pensa il mostro che li ha rapiti. Il mostro che ora, dopo tanti anni, ha sguinzagliato il suo servitore. Li cerca. Due di loro, Philip e Stephanie, li ha già trovati. Jason l’ha ferito. E la dottoressa, è stata salvata per miracolo. Questione di tempo.
Ma cosa sia il mostro, e perché dopo tutti questi anni di silenzio abbia deciso di tornare, ancora non lo sappiamo. Certo è che viene da un altro mondo. Forse trova rifugio nella palude.
Ed un’altra cosa è certa. Qualcuno, a Bon Temps, sa.
E più si ostina a non voler parlare, più mette in pericolo le vite dei suoi concittadini.
Questo è un appello. Contattami.
Il mostro (foto di repertorio)
mercoledì 27 gennaio 2016
Una tranquilla Domenica
Lasciate che ve lo dica, Bontemps è una merda, a meno che:
- Siate in cerca di un ispirazione per suicidarvi
- Stiate raccogliendo informazioni per il vostro libro, “le città più deprimenti d’America”.
- Siate occultisti cacciatori di demoni e mostri che stiano investigando su un omicidio apparentemente inspiegabile.
Fate un po’ voi.
La piccola Bontemps, dicevo, è praticamente una minuscola stradina con 4 case.
L’albergo, “L’hotel Mes Bon Temps”, con annesso ristorante piuttosto mediocre, gestito da tale Pierre Dupont, un gaietto signore piuttosto riservato.
L’immancabile chiesa protestante con pastore pazzo, che blatera di demoni e riti pagani, e il cui piccolo cimitero che sta per ricevere un nuovo ospite (o ospiti?)
Il pub a tema country, “The Good Ol’ Times”, frequentato da bikers e alcolizzati locali, e il suo barista gran chiacchierone.
Il negozio di chincaglierie voodoo, immancabile in ogni cittadina della Louisiana che si rispetti, in cui personalmente non sono mai stato, ma mi dicono che la vecchina che ci lavora dentro faccia dei biscotti alla ganja da paura.
Se siete degli occultisti cacciatori di creature soprannaturali, avrete sicuramente sentito parlare di J. Clarke, autore di quel romanzo cult pieno di mostri, da sempre residente a Bontemps. Io l’ho visto, e certo nelle foto sul libro sembrava molto meglio… Sarà per quella ferita al braccio?
E potrebbe interessarvi anche la casa del morto, l’abitazione del compianto Phillip Sullivan, 35 anni, fratello di James Sullivan, 30 anni, e figlio di Bill Sullivan e Margaret Dupont.
Non è molto probabile che abbiate già sentito parlare di questo omicidio, visto che la cosa è stata piuttosto messa a tacere, con la collaborazione dello sceriffo locale.
Ma se siete aspiranti acchiappafantasmi e vi siete persi il primo omicidio, non preoccupatevi, per la vostra comodità la povera Stephanie è stata appena sventrata allo stesso modo e il suo corpo esposto nella piazza del comune. Meglio di così...
Iscriviti a:
Post (Atom)